sabato 28 luglio 2018

Le profezie della Sibilla Tiburtina.

a cura di Saluti da Tivoli
"Diede gran fama a Tioli la Sibilla Albunea detta Tiburtina, essendo nata appresso questa città, uicino alla fontana Albunea (…) Fu onorata questa Sibilla e reuerita quiui appresso l'Anieno fiume, si come cosa diuina…" così scrive  in "Descrittione di Tvtta Italia" Leandro degli Alberti nel 1550. 

La Sibilla Tiburtina

✦ Le sibille. Libri sibillini

Le sibille, vergini dotate di capacità profetiche, erano, nella descrizione di Varrone, in numero di dieci : Persica, Libica, Delfica, Cimmeria, Eritrea, Samia, Cumana, Ellespontina, Frigia, Tiburtina. La decima delle sibille era venerata lungo le rive dell'Aniene nei cui gorghi si dice fosse stata ritrovata una sua statua con il libro in mano ed era nota anche con il nome di Albunea. 

Nella "Historia ampliata di Tivoli" del 1665 di Francesco Martii si legge "...  che in premio della loro verginità gli fosse da Dio stato conceduto il dono della Profetia, ma però dice Giustino il Martire, che non era in loro potere il profetare in ogni tempo, e ad ogni loro voglia, ma solo quando erano mosse da un certo spirito interno, e quasi in estasi, nel cui tempo elleno proferiuano i loro vaticinij, e i circostanti di ciò accorti si notauano i loro detti...".

Libri sibillini, anche detti fatales, e che, secondo Virgilio, contenevano gli arcana fata urbis Romae, erano considerati "testi sacri" : la raccolta era conservata all'interno di due armadi dorati al di sotto dell'Apollo Palatino e poteva essere consultata solo dietro specifico mandato del Senato, pena la morte. Era questa la cosiddetta "raccolta romana" : sono, tuttavia, note altre raccolte degli oracoli sibillini. Una seconda raccolta è, infatti, quella citata dai Padri del secondo secolo ed una terza è quella che risale al periodo di Marco Aurelio (intorno al 170-180 d.C.)

✦ Le profezie della Sibilla Tiburtina 

Alla Sibilla Tiburtina sono attribuite tre tradizioni profetiche : il sogno dei nove soli, l'acrostico sul Giudizio Finale e la nascita di Cristo. 

✦ La profezia dei nove soli e l'acrostico del giudizio finale 

La profezia relativa al sogno dei nove soli è di genere apocalittico ed è l'interpretazione di un misterioso sogno fatto contemporaneamente da cento senatori di Roma : nove dischi solari, diversi tra di loro per grandezza e forma. 

Il testo greco, scoperto nel 1949 ad opera dell'italiano Giuseppe Maria Mercati, era già noto in diverse versioni latine, una delle quali già pubblicata da John Hervangen nel 1563, attribuita a Beda. Una edizione critica della Sibilla Tiburtina latina, basata su un ristretto numero di testimoni, apparve invece nel 1898, ad opera di Ernst Sackur.

La versione latina della profezia attribuita al venerabile Beda fu ripubblicata da Jacques-Paul Migne tra gli opera dubia et spuria

Nel "Sybillinorum verborum interpretatio" si legge :



"Primus sol erat splendidus et fulgens super omnem terram. Secundus sol splendidior et magnus, aetheream habens claritatem. Tertius sol sanguineo colore flammiger, igneus et terribilis, ac demum splendidus satis. Quartus sol, quarta generatio est tempore Christi. Quintus sol erat tenebrosus, sanguineus et lampas, sicut in tonitruo tenebroso. Sextus sol tenebrosus nimis, habebat aculeum stimulum scorpionis. Septimus vero sol terribilis erat, et sanguineum iterum habens in medio gladium. Octavus autem sol erat effusus sanguineum habens colorem in medio. Nonus autem sol erat nimis tenebrosus, unum tamen habens radium fulgentem".

La Sibilla, raccolti i senatori presso l'Aventino, profetizzò : 

“I nove soli che avete visto raffigurano tutte le generazioni future. Infatti, come erano diversi i soli che avete visto, così sarà diversa la vita per i figli degli uomini. 
Il primo sole rappresenta la prima generazione: erano uomini semplici e chiari, amanti della libertà, sinceri, mansueti, benevoli, dediti a consolare i poveri e piuttosto sapienti. 
Il secondo sole è la seconda generazione: erano uomini che vivevano nello splendore, in grande crescita. Veneravano Dio e conversavano senza malizia sulla terra. 
Il terzo sole è la terza generazione: la gente insorgerà contro altra gente e a Roma ci saranno grandi battaglie. 
Il quarto sole è la quarta generazione: saranno uomini pronti a negare la verità e in quei giorni nascerà una donna ebrea di nome Maria, che avrà uno sposo di nome Giuseppe, e da essa nascerà, senza commistione con l'uomo, tramite lo Spirito Santo, un figlio di nome Gesù. Essa era vergine prima del parto e dopo il parto. Colui che nascerà da lei sarà davvero un uomo, come dicono tutti i profeti. Compirà la legge degli Ebrei e allo stesso tempo aggiungerà la sua propria legge e il suo regno durerà per tutti i secoli dei secoli. Quando nascerà, apparirà un esercito di angeli alla sua destra e alla sua sinistra e dirà -Gloria a Dio nell'alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà-. Sopra di lui una voce dirà -Questi è il mio figlio diletto. Ascoltatelo-” 

La Tiburtina quindi aggiunse :

"Il quinto sole è la quinta generazione e Gesù sceglierà due pescatori della Galilea e insegnerà loro la sua legge, dicendo: -Andate, e ciò che avete appreso da me insegnatelo a tutte le genti, e tramite settantadue lingue diverse istruite tutte le nazioni- 
Il sesto sole è la sesta generazione e assedieranno questa città per tre anni e sei mesi. 
Il settimo sole è la settima generazione: ci saranno due re che faranno grandi persecuzioni nella terra degli ebrei a causa del Signore. 
L'ottavo sole è l'ottava generazione e Roma sarà abbandonata e le donne grideranno nella loro sofferenza dicendo: -Non dobbiamo dunque partorire?- 

Il nono sole è la nona generazione e i principi romani insorgeranno, causando la fine di molti. Ci saranno due re provenienti dalla Siria, i loro eserciti innumerevoli come la sabbia del mare, e conquisteranno le città e le terre romane fino alla Calcedonia. Ci sarà molto spargimento di sangue. Ricordando queste cose, la città e il popolo tremeranno, perché le regioni orientali saranno distrutte. Poi sorgeranno due re in Egitto e sconfiggeranno quattro re e uccideranno loro e tutti i loro eserciti e regneranno tre anni e sei mesi. [....] Poi sorgerà un re di nome H e d'animo costante. H sarà re dei romani e dei greci. Di statura grande, di bell'aspetto, volto splendente, ben fatto per i lineamenti del corpo, e il suo regno finirà dopo 122 anni. In quegli anni ci saranno grandi ricchezze, e la terra abbonderà di frutti, tanto che una misura di farina si venderà per un soldo, una misura di vino per due soldi e una misura d'olio per un soldo. E quello stesso re avrà davanti ai suoi occhi una scritta che dice: “Re dei romani, conquisterai tutte le terre dei cristiani”. Quindi devasterà tutte le isole e le terre dei pagani, distruggendo tutti i templi degli idoli, convocando a battesimo tutti i pagani, erigendo in tutti i templi la croce di Cristo. Coloro che non adoreranno la croce di Gesù Cristo saranno puniti con la spada. E quando saranno passati 122 anni, i giudei si convertiranno al Signore e il suo sepolcro sarà considerato sacro da tutti. In quei giorni Israele sarà salvata e vivrà con fiducia."

La profezia continua parlando della venuta dell'anticristo, la sua sconfitta e il giudizio finale : " il principe dell'iniquità, che chiameranno Anticristo. Egli sarà il figlio della perdizione, il capo della superbia, maestro degli errori, pienezza della malvagità, sovvertitore del mondo... ma il Signore abbrevierà quei giorni a benefico degli eletti, e il suo valore ucciderà l'Anticristo, per mezzo dell'Arcangelo Michele, sul monte Oliveto. La sibilla dopo aver predetto ai romani queste e molte altre cose future, e per mezzo di quali segni il Signore sarebbe venuto per giudicarli, tuonò proferendo questa profezia (Acrostico del Giudizio Finale):


Iudicii signum : tellus sudore madescet
E coelo rex adveniet per secla futurus,
Scilicet in carne praesens, ut iudicet orbem:
Unde Deum cernent incredulus atque fidelis,
Celsum cum sanctis iam terminus exstat in ipso,
Sic animae cum carne aderunt, quas iudicat ipse,

Cum iacet incultus densis in vepribus orbis,
Reiicient simulacra viri cunctam quoque gazam,
Exuret terras ignis pontumque polumque:
Inquirens tetri portas effringet Averni,
Sanctorum sed enim cunctae lux libera carni,
Tradentur fontes, aeternaque flamma cremabit.
Occultos actus manifestans quisque loquetur,
Secreta atque Deus reserabit pectora lucis;

Tunc erit et luctus, stridebunt dentibus omnes.
Eripitur solis iubar, et chorus interit astris,
Volvetur coelum, lunaris splendor obibit,
Deiiciet colles, valles extollet ab imo:

Non erit in rebus hominum sublime vel altum,
Iam aequantur campis montes et caerula ponti,
Omnia cessabunt, tellus confracta peribit;
Sic pariter fontes torrentur fluminaque igni.

Sed tuba per sonitum tristem dimittet ab alto,
Orbe genus facinus miserum variosque labores,
Tartareumque chaos monstrabit terra dehiscens.
Et coram hoc Domino reges sistentur ad unum,
Recidet e coelis ignisque et sulphuris amnis."

E così conclude : "Allora Dio giudicherà ciascuno secondo le sue opere, e gli empi andranno nell'inferno del fuoco eterno. I giusti riceveranno in premio la vita eterna, un cielo nuovo, una nuova terra, e non ci sarà più mare. E il Signore regnerà insieme ai santi per tutti i secoli dei secoli. Amen."

✦ La profezia della nascita di Cristo 

Lo storico Svetonio, nella biografia di Ottaviano Augusto, narra della predizione da parte della sibilla della venuta sulla terra del Salvatore. 

Si racconta che Ottaviano, essendo osannato con l'appellativo di divus, si rivolse alla Sibilla chiedendo se fosse opportuno da parte sua farsi adorare al pari di una divinità. 

La Sibilla sottopose l'imperatore a tre giorni di digiuno, poi gli svelò la verità sul vero Dio : "la terra avea da sudare in segno del giudizio venturo; che verrebbe dal cielo quello che sarebbe Re in perpetuo, e pioverebbe dal cielo un torrente di fuoco, e di solfo, descrivendo chiaramente l'avvento del nostro Signor Gesù Cristo".

Quando la Sibilla pronunziò dette parole : "videsi calare dal cielo un gran splendore, in mezzo a cui vedevasi una leggiadrissima verginella con vezzoso bambino in seno, che si posò sopra un altare del Tempio di Giove, e si udì una voce che disse : Quest'altare e questa figura è del figliuolo di Dio. E tosto scomparve". 

Accadde allora che Augusto proibì di chiamarlo "divus" e in memoria di un così mirabile miracolo quell'ara fu chiamata Ara Coeli. Sulle fondamenta di quella stessa area venne poi edificata una chiesa che tutt'oggi è chiamata Santa Maria in Ara Coeli.

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Per chi volesse approfondire 

- Philippus De Barberiis, Discordantiae sanctorum doctorum Hieronymi et Augustini; Sybillarum et prophetarum de Christo vaticinia, Riessinger Sixtus, 1482 

-  Beda Venerabilis, Sibyllinorum Verborum Interpretatio in Patrologiae cursus completus, J.P. Migne, 1844-1864 

- Leandro degli Alberti, Descrittione di Tutta Italia, Anselomo Giaggarelli, 1550

- Francesco Martii, Historia ampliata di Tivoli, F.M. Mancini, 1665

- Abbate Leoni, Istoria d’Ancona, Tipografia Baluffi, Ancona, 1810

- Rauol Manselli, La lectura super apocalipsim di Pietro di Giovanni Olivi, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, Roma, 1955

- Arianna Pascucci, L'iconografia medioevale della sibilla tiburtina in Contributi alla conoscenza del patrimonio tiburtino, vol VIII, Liceo Classico Statale "Amedeo di Savoia", Tivoli, 2011