
"L'arco del ponte di pietra (...) nel giorno 8 del mese di Novembre del 1808 improvvisamente ruinò con grandissimo spavento degli abitanti delle contrade di Castrovetere, s. Valerio e S. Lucia. (...)
Questo ponte è stato ora di pietra , ora di legno. Secondo una iscrizione bene osservata dal Volpi nella dissertazione della Villa di Vopisco (...) si scorge che sotto gli imperatori Costanzo e Costante (...) Turcio Secondo Aproniano lo rifece. Pio II nel 1460 lo chiama di legno, ed in seguito fu ricostruito e rifatto di pietra." Rovinò nel 1597 e nel 1607 fu ricostruito. Secondo alcuni autori, nei tempi antichi il ponte fu levatoio.
Il crollo del Ponte nel 1808 interruppe i collegamenti tra l'Abruzzo, le abbazie sublacensi e Roma : fu pertanto ordinato di ricostruirlo provvisoriamente in legno e di approntare tutti gli accorgimenti necessari perchè fosse ricostruito in pietra (l'opera fu commissionata all'Arch, Paccagnini).In realtà, le continue piene dell'Aniene unitamente all'azione di ostacolo al deflusso delle acque prodotta dalla mancata rimozione dei resti dei crolli a valle dell'acropoli tiburtina, fecero si che il ponte di legno subisse importanti danni che interessarono anche tutte le zone circostanti. Fu in questo quadro di continue devastazioni che si decise di forare il Monte Catillo e deviare il corso dell'Aniene.
(Fonte : Sante Viola, Cronaca delle diverse vicende del fiume Aniene in Tivoli, Roma Tipografia delle Belle Arti, 1835)