sabato 9 luglio 2016

Il vino a Tivoli.




Nel suo libro "Viaggio a Tivoli antichissima città latino-sabina fatto nel 1825", il Sebastiani ricorda che "Diciasette specie di uve si hanno in Tivoli, tolte le due famose da mensa, Pizzutella e pergolese" si conoscono le seguenti che vengono chiamate a Tivoli con i seguenti nomi :

- Uva Agrestona
- Uva Aleatica
- Uva Broccanica
- Uva Brocconichella
- Cesanese
- Cicco lontano
- Malvagia
- Malvagia di Caudia
- Moscadella
- Uva nocchia
- Nera
- Smano bianco
- Smano nero
- Trebbiana
- Tripò
- Vesparola

Il Sebastiani ricorda anche che : "Le vigne in Tivoli sono disposte in quattro modi : 1- a filoni; 2- a pergolato o argheta; 3- a gabbiolo o conocchia; 4 - a vigna o cavalletto". 

Secondo l'autore, il vino che si produce a Tivoli è generalmente buono ma ciò è dovuto in massima parte alla bontà del terreno che non alla capacità dei mastri vinai tiburtini : secondo il Sebastiani infatti il vino prodotto sarebbe di gran lunga migliore se fosse lavorato a dovere e, a tal proposito, ricorda un singolare episodio in cui un vinaio tiburtino riuscì a vendere ad un prezzo doppio di qualunque altro vino prodotto in città perchè ebbe l'accortezza di lavorarlo secondo il metodo Mad. Gervais dimostrando così che "un piccolissimo studio ha dato a questo proprietario il compenso del duplo". 

Il Sebastiani ci narra l'usanza secondo la quale i proprietari sono soliti vendere il loro vino : "Ognuno lo spaccia da per sè nella propria casa, o al più vi chiama uno spacciatore cui si da una mercede conveniente alla vendita" .

Ci racconta anche il Sebastiani che è uso nelle osterie che i clienti possano portare con se qualunque tipo di alimento ed è obbligo per i venditori di vino "di cuocerlo e condirlo ad ufo, non pagando gli avventori che il solo prezzo del vino beuto"