Il Martirio di San Lorenzo del Tintoretto
Nel testo Enciclopedia Ecclesiastica del 1859, a proposito di San Lorenzo Martire si legge:
"Gli antichi padri, che con grandi elogi questo invitto confessore di Gesù Cristo, non parlano nè del luogo in cui nacque nè della sua educazione".
Avendo egli straordinarie virtù,si procurò l'ammirazione di s.Sisto II che divenuto Papa lo ordinò diacono e lo destinò ad avere cura del tesoro e della ricchezza della chiesa, le cui rendite dovevano essere distribuite ai poveri."
"L'imperatore Valeriano pubblicò allora un editto sanguinoso contro il cristianesimo, ordinando che si facessero morire senza dilazione i vescovi, i preti ed i diaconi.
Il papa Sisto II fu preso l'anno appresso e mentre veniva condotto al supplizio, Lorenzo lo seguiva piangendo".
Il Papa lo ricuorò e gli ordinò di distribuire ai poveri i tesori della chiesa di cui era depositario.
"Lorenzo, consolato di queste parole, fece una esatta ricerca delle vedove e degli orfani che erano nell'indigenza, e distribuì loro tutto l'argento che avea tra le mani ed anche il prezzo dei sacri vasi."
Il Prefetto di Roma ordinò quindi di arrestarlo e gli comandò di consegnare tutto il tesoro della chiesa.
"Lorenzo ottenne una dilazione di tre giorni e radunata una grande compagnia di poveri, composta di vecchi decrepiti, di ciechi, di storpii, di lebbrosi, di orfani, di vedove, di vergini, li fece schierare dinanzi la chiesa, quindì andò dal Prefetto per invitarlo a vedere i tesori, di cui avea egli parlato. Irritato costui ad una tal vista, ordinò che il santo diacono fosse posto sopra una graticola di ferro rovente ed arrostito a fuoco lento, acciocchè più durevole fosse e più doloroso il suo martirio."
San Lorenzo dopo aver sofferto l'orribile tortura, disse tranquillamente al prefetto :
"sono giaciuto abbastanza su questo lato, fatemi voltare ora dall'altro"
Poscia soggiunse " la mia carne è già cotta, mangiatene pure, se volete" e fatta una fervente orazione a Dio per conservazione di Roma, alzò gli occhi al cielo e riposò nel Signore.
Ciò avvenne al 10 agosto del 261, nel qual giorno celebrasi la festa del glorioso martire.
Narra San Prudenzio che moltissimi senatori che furono testimoni del supplizio si convertirono istantaneamente e lo seppelirono, avendone condotto il corpo sulle loro spalle, nel campo del Verano presso la via che conduceva a Tivoli"