sabato 7 aprile 2018

Personaggi della storia di Tivoli...

        
Il Tenente Giacomo Acqua


a cura di Saluti da Tivoli




Il Tenente Giacomo Acqua, comandante della Stazione dei Carabinieri di Tivoli, rimase ucciso il 22 Febbraio 1874 in un conflitto a fuoco con alcuni malviventi nei pressi di Genazzano.
    Lo sviluppo della società industriale dell’800 determinò, tra i suoi vari effetti, anche una notevole evoluzione del “sistema postale” : le necessità di un più efficiente sistema di trasporto della corrispondenza portò nel corso  del XIX secolo alla nascita delle “locande di posta” e all’utilizzo delle “diligenze postali” che potevano ben rispondere all’esigenza di trasporto non solo dei piccoli plichi delle lettere ma anche al trasferimento di pacchi postali di maggiori dimensioni.
Ben presto la “diligenza postale” fu utilizzata anche per trasportare, a pagamento, qualche passeggero.


Non di rado questi piccoli convogli venivano presi di mira da briganti e malviventi che li consideravano facili prede per le loro rapine.


Fu proprio nel corso di un assalto ad una diligenza postale che fu ucciso il tenente dei Carabinieri Giacomo Acqua, comandante della stazione dei carabinieri di Tivoli : era il 22 Febbraio del 1874.


  

Le cronache giornalistiche dell’epoca riportano che la diligenza di posta partita da Valmontone con a bordo 5 passeggeri fu assalita da alcuni banditi a circa 4 chilometri da Genazzano. Il Tenente Acqua che era tra i passeggeri non esitò ad affrontare gli assalitori : scese a terra impugnando il suo revolver ma fu colpito da tre colpi di arma da fuoco due lo centrarono sotto l’ascella mentre un terzo proiettile lo colpì alla spina dorsale.


Tenente Giacomo Acqua
(url originale dell’immagine http://www.carabinieri.it/images/default-source/Arma/Storia_Vista_da/fascicolo15/giacomo_acqua.jpg?sfvrsn=8e89c24_2)

Il tenente Acqua aveva soli 32 anni ed era figlio di un noto medico di Jesi ed era lui stesso laureato in medicina : si era arruolato nei volontari di Garibaldi, nell’ esercito ed, infine, nei carabinieri. Era stato molto attivo nella lotta al brigantaggio nel napoletano ed aveva meritato per le sue gesta la Croce di Savoia.


I giornali dell’epoca spiegano che il Tenente Acqua era di ritorno da Roma a Tivoli dove avrebbe dovuto prender parte ad un procedimento di giudizio disciplinare ma anziché spostarsi da Roma a Tivoli direttamente preferì passare da Genazzano per andare a visitare alcune stazioni di carabinieri sotto la sua dipendenza. In questo trasferimento, aveva ordinato ad alcuni suoi carabinieri di venirlo a trovare a Genazzano col suo cavallo. Questi stessi carabinieri furono i primi ad avere notizia del tragico evento e subito si attivarono per la ricerca e la cattura dei malviventi. Secondo alcune testate giornalistiche, sul posto dell’agguato si recarono il giudice ed il capitano dei Carabinieri di Valmontone.
I malviventi erano due contadini, uno nativo di Capranica e l’altro di Rocca di Cave,  furono arrestati mentre cercavano di cambiarsi i vestiti intrisi di sangue.


Fonti :

A. Finodi, Guide postali italiane e viaggio materiale nella pratica del Grand Tour, in “Bollettino del C.I.R.V.I.”, 2003
C. De Seta, L’Italia del Grand Tour. Da Montaigne a Goethe, Napoli, Electa, 1992
Gazzetta Piemontese, Torino, Febbraio 1874, num. 55, 56, 58