giovedì 3 giugno 2021

Le industrie ottocentesche di Tivoli

Saluti da Tivoli I Le industrie ottocentesche a Tivoli
Nel corso dell'ottocento, Tivoli fu un importante centro produttivo dello Stato Pontificio : vi si concentravano industrie manufatturiere, ferriere, cartiere e numerosi altri opifici che sfruttavano l'energia delle acque dell'Aniene.
Fu, inoltre, un importante centro agricolo : la sola produzione di uva pizzutello e pergolese fruttava circa 30.000 scudi l'anno.
In "Rivista dei più importanti prodotti naturali e manifatturieri dello Stato Pontificio" del dottor Gaetano Nigrisoli, pubblicazione del 1857, una descrizione della città intorno alla metà dell'800.

Acquaforte del 1767 di Piranesi,
dalla serie “Vedute di Roma disegnate e incise da Giambattista Piranesi Architetto Veneziano“.


“La città di Tivoli posta sur un ameno colle può chiamarsi il centro industriale della Comarca. Esistono in esso ferriere ben dirette per la fabbricazione d’ ogni sorta di utensili necessarj all’economia domestica, e alle arti, non mancando di essere in attività la preparazione di telaggi di cotone di canepa o misti. Rinvengonsi ancora nitriere ed una fabbrica di polveri zulfuree, distillatoj da spirito, fabbriche di rosolj, e di aceto, nonché un vasto lanificio creato da Ghigi, che presta grande sollievo alla classe indigente. Ai quali opificj aggiungonsi officine destinate alla trafilatura del piombo, buone cartiere, filande da seta mosse dall’acqua corrente, nè debbonsi dimenticare i grandiosi mulini da olio, da grani, ed uno per la macina della china, non che di altre corteccie.
Tivoli possiede una ferriera, telai per tessuti di canepa, di lino ccc. una fabbrica di polveri solfuree, distillatoi da spirito, un lanificio, grandiosi moliui , trafile di piombo, cartiere, non che due ampi opificii: il primo, unico nello Stato, per far viti di ferro , l’altro per estrarre questo metallo da suoi composti naturali e convertirlo in lamine, in spranghe Fra tutti gli stabilimenti tiburtini due primeggiano nell’accrescere il decoro, ed il vantaggio del nostro Stato; il primo di questi allaccia un vastissimo laboratorio, nel quale si allestiscono con lodevole abilità viti di ferro di tutte le dimensioni, essendo stato il primo nel nostro Stato a dar saggio di tale manifattura, e mantiensi sin qui unico: perciò non è a meravigliarsi, che il traffico delle viti predette produca un vistoso guadagno , tornando eziandio ingente quello, che ritraesi dalla vendita di altri prodotti lavorati in codesto stabilimento.
Molto più ammirabile è il secondo opificio detto della Villa Mecenate, esistendo appunto quell' immenso fabbricato nella villa, che apparteneva al medesimo. Vi hanno 112 individui, che si occupano ad estrarre il ferro da suoi naturali composti, e poscia convertirlo in fili, in lamine, in spranghe, ed in simili oggetti di tal perfezione che possono gareggiare con quelli delle più rinomate ferriere d’Europa. I prodotti del descritto opificio, del quale è proprietaria una Società detta Romana composta di otto individui ricchissimi, mantengono un vivo commercio nell’interno ed anche all'estero.
Nell’agro tiburtino, come in altri della Comarca rinvengonsi fabbriche di mattoni, di tegole ec. non che di calce, la quale preparasi col travertino incapace di servire alle diverse lavorazioni , come pure con altre pietre calcaree. ll commercio di siffatti materiali, e principalmente della calce, si effettua con Roma in tale abbondanza, che ha potuto rendere doviziose alcune famiglie.
Il territorio di Tivoli possiede il maggior numero di orti stante la comodità di poterli inaffiare colle acque dell’ Anione, che dopo aver servito a questo uso e di avere cooperato alla floridezza degli opifìcii manifatturieri, si precipita dal monte nel Teverone, formando le cosi dette Cascatelle , che porgono un maraviglioso e gradito spettacolo ai forestieri di ogni nazione, che vi si recano a visitarle. Tra le frutta di maggiore squisitezza abbiamo due specie d’uva dette pizzutello e pergolese, che non prestatisi profittevolmente alla vinificazione, per avere scarso sugo, e costituiscono invece frutta da tavola piuttosto rare in Italia. Il pizzutello comincia a maturare in Agosto e dura fino al termine di Novembre, divenendo in questa epoca tanto gradevole da potersi paragonare con qualsivoglia candito il più decantato. il pergolese poi diversifica nella forma, e nel colorito dal pizzutello , non già nella squisitezza. Lo smercio delle specie d’ uva indicate reca a Tivoli l'annuo incasso di Sc. 30,000”