Fin dai tempi dell’antica Roma le acque che sgorgano in grande quantità e con diversa qualità ai piedi della collina di Marano Equo hanno costituito un fenomeno di grande importanza.
Lo storico Livio Mariani nel 1848 dopo aver ricoperto incarichi prestigiosi venne nominato Triunviro della Repubblica Romana così scriveva: ” nel territorio di Marano scorrono le quattro famose acque che erano condotte a Roma nei tempi di sua grandezza, l’Acqua Augustea, l’Acqua Marcia, la Claudia, il fonte Albudino e fonte Ercolano”
L'origine del nome “Marano” è controversa. Tra le differenti teorie è da preferirsi quella che fa derivare il nome dalla collina su cui sorge, anticamente indicata come "Mons Marana", dalla presenza di abbondanti acque.
In origine doveva chiamarsi Marano di Subiaco poi Marano di Comarca, dal 1870 Marano degli Equi ed infine Marano Equo.
Centro situato su un colle della verdeggiante Valle dell'Aniene, in tempi remoti fu abitato dalla popolazione guerriera degli Equi e poi divenne colonia romana intorno al 400 a.C. I Romani valorizzarono il territorio conquistato con importanti opere pubbliche, tra cui l'acquedotto dell'acqua Marcia che prese il nome dall'allora pretore Quinto Marcio.
I Romani scoprirono le numerose fonti minerali che sgorgano nei pressi di Marano e ne condussero le acque fino alla capitale. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente molte opere andarono distrutte; il luogo dal VI-X secolo fu occupato da Ostrogoti, Longobardi, Franchi, Saraceni, ed infine Ungheri.