sabato 30 ottobre 2021

Saluti da Tivoli | Villa Gregoriana

Villa Gregoriana è legata al nome di mons. Francesco Saverio massimo (1806-1848), che la ideò in qualità di segretario del card. Agostino Rivarola, presidente dei lavori gregoriani.


Progettata dall'architetto pontificio Clemente Folchi, fu compiuta dall'architetto comunitario Giacomo Maggi, che si valse di maestranze locale e riuscì a portarla a termine nel 1836 a tempo di primato.
Idee, progetto ed esecuzione avevano incontrato il favore di Gregorio XVI, che non lesinò incoraggiamenti ed aiuti, perchè con la sistemazione della zona a parco e giardino si dava un tocco estetico finale alle "sue" opere, che da allora furono chiamate "gregoriane".



Particolarmente interessante fu il sentimento di rispetto della natura : senza ii bisogno di normative, regolamentazioni, ministeri od associazioni ecologiche, il giovane ideatore fece mettere a dimora nel sito della Villa piante di lunga vita e sempreverdi come querce, lecci, bosso, salici, lauri, agrifogli, cerase marine, pini e cipressi, ed altre ne furono commissionate all'estero, accolte e moltiplicate mediante diligenti coltivazioni.
Vennero allora dall'America, dal Giappone, dalla Nuova Zelanda, dalla Germania alberi rari, che egregiamente attecchirono, sicchè la Villa gregoriana acquistò anche it carattere di orto botanico, data la sua favorevole posizione protetta.




Alla conclusione la Villa si presentò come un grande e vivente parco, ricavato da luoghi irti e selvaggi, che dopo quegli adattamenti risultarono ingentiliti, mentre si conservavano e proteggevano allo stesso tempo i resti archeologici di cui la zona era ricca.



Tratto da
- C. Pierattini, "Villa Gregoriana di Tivoli, la bella selvaggia dimenticata", Lunario Romano 1984
- R.Borgia "Gregoriana: la cenerentola "selvaggia e dimenticata", Avvenire, 1 luglio 1984