venerdì 15 luglio 2022

Ercole e il suo santuario

Ercole era la divinità tutelare di Tivoli, Plinio il Vecchio dice parlando di Tivoli :"ex urbe Herculi sacra".

I tiburtini erano particolarmente legati al loro dio protettore. La costruzione del grandioso santuario tardo-repubblicano dovette richiedere almeno 10-20 anni di intenso lavoro. Se si pensa alle grandiose costruzioni sui fianchi scoscesi dell'Aniene ed alle sue dimensioni, non è difficile convincersi della lunga durata delle opere. 



Noi non conosciamo il motivo per cui, intorno — sembra — alla metà del I sec. a.C., si decise di dar luogo all'erezione del santuario, anche se appare probabile l'ipotesi, formulata da qualche studioso, della possibile rivalità tra Tibur e Praeneste, che avrebbe spinto il municipio ad imitare e far concorrenza a quello della Fortuna Primigenia. 



Una cosa tuttavia sembra certa, che la costruzione del santuario testimonia la potenza economica della città, o meglio di quella aristocrazia preposta al culto dell'Hercules Victor. A costruzione ultimata, il santuario, oltre a soddisfare l'orgoglio della città, rispose bene soprattutto alle esigenze economico-commerciali dei tiburtini. Le folle infatti, prima in prevalenza dirette probabilmente verso i santuari della Fortuna Primigenia e di Giunone Gabina, cominciarono ad affluire a Tivoli, mettendo in moto una macchina commerciale di notevoli proporzioni. I visitatori acquistavano nelle botteghe, prossime al santuario, gli ex voto da consacrare nel tempio di Ercole, i quali erano ovviamente prodotti dalle industrie locali, e si riversavano nelle osterie, che sorgevano intorno all'area sacra, per mangiare e per bere il buon vino di Tivoli. Ritornando a casa è probabile che essi portassero un ricordo della città sacra ad Ercole, ad esempio un « calix Tiburtinus » oppure un prodotto dell'oreficeria locale. I ricchi donativi portati dai pellegrini andavano ad impinguare il tesoro del tempio, il quale nel 42 a.C. era così notevole da « permettere » un prestito ad Ottaviano, come ricorda Appiano (Beli. civ., V, 26). Da varie testimonianze archeologiche si deduce tuttavia che il culto di Ercole non era limitato alla città di Tivoli ma era esteso a tutto il suo territorio.


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Fonte : F.Sciarretta, Aspetti di Tivoli in età classica in Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d'Arte, vol.XLIV, 1971