sabato 21 settembre 2024

Saluti da Tivoli | La bambola della Vestale Cossinia

La cronaca della scoperta della bambola della Vestale Cossinia. - Notizie degli scavi di antichità, n. 7-8-9, 1930

Eravi però, come s'è detto, un oggetto che nessuno avrebbe mai immaginato di trovare accanto ai resti di una vecchia, e contrastante con l'austera severità di una Venale. Questo oggetto è, come si è già accennato, una pupattola (papa) in osso, articolata alle spalle, ai gomiti, alle anche ed ai ginocchi. E eseguita con molta perizia tecnica. Vuol rappresentare non propriamente un'infante, bensì una fanciulla dalle delicate fattezze, con capigliatura rigogliosa ondulata, scendente da ambo i lati da una ben marcata discriminatura sulle tempie e lungo le gote, fino al collo. Questo è attorniato da una collanina d'oro formata da doppie maglie a catena. Il tronco nella sua rigidità è pure trattato con arte, e la sua esilità rende con efficace realismo l'immaturo sviluppo di una fanciulla appena uscita dall'infanzia ed entrata nella pubertà. L'acerba turgidità dei piccoli seni aggiunge grazia e ben s'addice al virgineo corpo. Le lunghe ed esili braccia e le gambe sfilate contribuiscono, con il lungo corpo, a rendere l'idea di una fanciulla sviluppata e magra; con abilità sono trattate le mani accuratamente espresse nei minuti dettagli e fino nell'esatta riproduzione delle unghie. A ciascuno dei polsi ha un fine braccialetto d'oro a tortiglione, alle caviglie gira un gambaletto, parimenti d'oro a semplice filo. Non è escluso, anzi ritengo essere molto probabile, che la pupattola fosse vestita. 



L'uso di deporre nelle tombe bambole ed altri oggetti di giuoco e di trastullo ha persistito a lungo durante tutto l'Impero, fino al declinare del paganesimo. A queste piccole immagini di fanciulle accennano Varrone  e S. Girolamo. Le pupae, conte anche gli altri giocattoli erano offerte a Venere dalle giovani promesse spose, quale auspicio di un fausto matrimonio. Restavano quindi presso le fanciulle fino al giorno dei loro sponsali, quasi fossero il simbolo della loro verginità. Non ci rechi meraviglia se la pupattola di Cossinia, che abbiamo veduto essere, più che un semplice giuocattolo, un oggetto degno di essere conservato anche da una persona matura, sia rimasto caro alla perenne vergine Vestale, fino alla tarda età. 

Le più antiche bambole furono, come molti altri giuocattoli, eseguite in terracotta ed in osso, materie più resistenti del legno all'azione dissolvente della terra o dell'umidità. Meno numerose, fra le bambole conservateci, sono per conseguenza quelle intagliate in legno. Delle varie pupae restitituiteci dall'antichità (ricordo qui quella molto nota, intagliata in legno di quercia, come la nostra animate alle spalle, alle anche, ai gomiti ed ai ginocchi, facente parte, quale memoria cara della puerizia, del corredo funebre della giovane Cripereia Tryphanea, il cui sarcofago intatto fu rinvenuto  nel 1886, nello scavare le infondazioni del Palazzo di Giustizia di Roma. Anche in questa pupattola l'imitazione delle forme muliebri è buona; la foggia dell'acconciatura dei coprili le fa risalire all'età degli Antonini, essendo simile a quella notissime propria dl Faustina Seniore. Altre bambole furono trovate in alcuni loculi dei cimiteri cristiani di Roma per lo più in osso. Di una ricca bambola si ha memoria come facente parte del dovizioso corredo funebre trovato entro la tomba di Maria, la giovane sposa dell'imperatore Onorio, e figlia di Stintone, scoperta nel 1544 nel costruire il fondo della crociera di sinistra della Basilica Vaticana, ove è l'altare dei santi Simone e Giuda, e facente parte del mausoleo ove furono sepolti Onorio e Teodosio ed i membri della loro famiglia. Recente è la scoperta di una bella bambola mobile, in avorio, alta cm 23, rinvenuta in una tomba della vasta necropoli romano-cristiana di Tarragona. Fa parte della suppellettile del sepolcro di una bambina di cinque o sei anni, ed era posata, come di consueto, a destra del teschio dello scheletrino. La singolare foggia dell'acconciatura dei capelli la fa con tutta sicurezza attribuire alla metà del IV secolo d. Cr. 

Anche la pupattola tiburtina ha un approssimativo elemento di datazione nella foggia della capigliatura che è facilmente riconoscibile come caratteristica della moda che fu adottata nell'acconciatura dei capelli muliebri, alla fine del II secolo e nei primordi del III secolo, rappresentata nell'iconografia romana in specie dai ritratti che possediamo di Iulia Domna, la moglie di Settimio Severo, quali, fra i tanti, quello di uno dei rilievi dell'arco degli Argentieri in Roma e quello dei busti ritratti del Museo Capitolino e del Louvre. Anche nelle effigi di quell'imperatrice riprodotte nelle sue monete e nei medaglioni è messa in evidenza la caratteristica acconciatura dei capelli. 

Si può quindi, con una certa approssimazione, stabilire che la pupattola fo creata nel periodo che va dall'ultimo decennio del sec. II, ai primi anni del sec. III. Questa attribuzione cronologica ci è preziosa per stabilire, sempre con oscillante approssimazione, quando visse la Vestale Cossiniao, e conseguentemente per datare definitivamente la tomba. 

L'oggetto fu forse tanto caro a Cossinia da indurre i suoi seppellitori a porlo vicino al suo capo nella tomba. Una gentile scrittrice ha già con squisito sentimento meteo in evidenza quale parte dovesse avere la pupattola nella vita intima della longeva Vestale. Non si può escludere che il grazioso oggetto sia stati di personale pertinenza di Cossinia, come si può ammettere che sia stato posto dalle sue sorelle e dai congiunti ad suo capezzale funebre nell'atto di comporla nella tomba, per compiere un rito. Comunque esso ha un significato altamente simbolico, è il testimone eloquentemente significativo della verginità della vecchia Vestale. In mancanza di raffronti dobbiamo per ora accontentarci di questa interpretazione. Da quanto si è venuto esponendo, tanto i dati annologici forniteci dalle iscrizioni e dallo stile del cippo, quanto quelli desunti dalla foggia della capigliatura della pupattola, fanno concludere che la Vestale tiburtina Cossinia trascorse la sua lunga vita nella seconda metà del secolo II, fino ai primi anni del secolo IIIdell'impero. La pupattola di Cossinia cimelio veramente prezioso, è quanto di più fine possediamo finora in questo genere di oggetti, esso sarà conservato nel R. Museo Nazionale Romano delle Terme.