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Nelle antiche terre della Grecia, tra le ombre della guerra di Tebe, un uomo di nome Catillo si trovΓ² a dover abbandonare la sua patria. Il dolore per la perdita del padre, Anfiarao, eroe caduto in battaglia, era troppo grande per sopportarlo. Suo nonno Oileo, un vecchio venerabile, lo spinse a cercare fortuna altrove, lontano dai ricordi dolorosi.



Catillo trovΓ² rifugio in Arcadia, presso Evandro, un uomo saggio e rispettato. La madre di Evandro, una donna misteriosa chiamata Carmenta o Nicostrate, possedeva il dono della preveggenza. Fu lei a convincere Evandro a lasciare la Grecia e a intraprendere un viaggio verso l'Italia, una terra di promesse e nuove opportunitΓ .

Evandro, ascoltando i saggi consigli materni, allestì una flotta e nominò Catillo ammiraglio. Salparono verso le coste italiane, dove regnava Fauno. Il principe accolse i Greci con cortesia e concesse loro un'estensione di terreno. Lì, i Greci fondarono una città, che chiamarono Pallanteo.

Evandro si distinse per la sua opera di civilizzazione. Introdusse l'uso delle lettere, insegnΓ² l'arte della musica con nuovi strumenti e mostrΓ² ai Latini come coltivare la terra con l'aratro e i buoi.

Ma i compagni di Evandro, guerrieri nel cuore, non si accontentavano del riposo. Catillo, la cui famiglia era cresciuta con l'arrivo di tre figli maschi, Tiburto, Corace e Catillo il giovane, sentiva il bisogno di nuove terre e maggiori risorse.

In quel tempo, la regione era abitata dagli Aborigeni e una parte di essa era chiamata Siculio, dal nome dei Siculi, i suoi primi abitanti. Catillo, con la saggezza appresa in Grecia e nel Lazio, comprese la ricchezza di quella terra e la sua posizione strategica. Decise di conquistarla.

Con facilità, Catillo scacciò gli Aborigeni dalle colline e si impadronì di Siculeto. Non era spinto da ambizioni di gloria, ma dal desiderio di creare una dimora degna per sé e per la sua famiglia. Una volta padrone della terra, si dedicò a renderla splendida e accogliente, dotandola di difese e sfruttando le risorse del suolo fertile e della posizione centrale per il commercio.

Catillo cambiΓ² il nome della cittΓ  in Tiburto, in onore del suo primogenito, e si impegnΓ² a diffondere l'amore per le arti, l'agricoltura e l'industria. Nonostante non fosse il primo a possedere quelle terre, dopo i Siculi e gli Aborigeni, Catillo Γ¨ ricordato come il vero fondatore di Tivoli, per averle dato nuova vita e prosperitΓ .

Mentre tutto ciΓ² accadeva sulle rive dell'Aniene, un altro avventuriero, Ercole, giungeva in Italia, reduce dalle conquiste in Spagna. I popoli alpini non poterono resistere al suo passaggio e Ercole, con il suo esercito invincibile, giunse nel Lazio, ma questa Γ¨ un'altra storia...

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Testo liberamente tratto da 

- S.Viola, Storia di Tivoli dalla sua origine fino al secolo XVII, Tomo Primo, Roma, 1819

- Nicodemi, Marco Antonio, Storia di Tivoli, a cura di A.Bussi e V.Pacifici, Tivoli ,1926

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