La Fiera di San Giuseppe a Tivoli è una delle manifestazioni più antiche e radicate della città, con una storia che affonda le sue radici alla fine del XIX secolo.
La sua istituzione risale ufficialmente al 2 febbraio 1895, quando il Consiglio Comunale di Tivoli, sotto la guida del sindaco G. Battista Giannozzi, deliberò di creare una fiera di merci e bestiame da tenersi nei giorni 19, 20 e 21 marzo, dedicandola a San Giuseppe Artigiano. L’obiettivo principale era rilanciare l’economia locale, attirando visitatori e commercianti nella città tiburtina. La scelta della data non è casuale: il 19 marzo coincide con la festa di San Giuseppe, santo patrono degli artigiani, figura simbolica che ben rappresentava l’identità produttiva e lavorativa della comunità.
Inizialmente, la fiera si svolgeva nell’area compresa tra Porta Santa Croce, il Prato San Giovanni e i "Torrioni" (la Rocca Pia), e si articolava in settori dedicati a diverse categorie merceologiche, come merci varie e bestiame. Per incentivare la partecipazione, furono istituite due commissioni che si occupavano non solo dell’organizzazione della fiera, ma anche di eventi collaterali, come una lotteria, tornei ginnici e corse di cavalli lungo la Via Romana, con premi in denaro e bandiere d’onore. Tra le attrazioni finali della prima edizione si ricordano il lancio di palloni aerostatici umoristici e lo sparo di mortaretti sul Monte Catillo, a testimonianza di un’atmosfera festosa e coinvolgente.
Nel corso del XX secolo, la fiera ha subito diverse trasformazioni. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu sospesa, per poi essere ripristinata nel 1949 grazie all’iniziativa del sindaco Ignazio Missoni, tornando a svolgersi nei giorni 19 e 20 marzo. Dagli anni Settanta, però, alcune caratteristiche cambiarono: la durata si ridusse al solo 19 marzo e la location fu spostata nel centro storico, suscitando reazioni contrastanti tra i commercianti. La presenza del bestiame, un tempo elemento centrale, diminuì progressivamente fino al divieto definitivo nel 1987, sotto il sindaco A. Boratto, in linea con le nuove sensibilità verso il benessere animale. Negli anni Novanta, la fiera oscillò tra diverse sedi, come il Piazzale Saragat e il centro storico, e nel 1995, in occasione del centenario, si tornò a una suddivisione settoriale delle merci, richiamando le origini.
Oggi, la Fiera di San Giuseppe rimane un evento molto atteso, pur avendo perso alcune delle sue caratteristiche originarie. Si distingue per l’esposizione di artigianato, prodotti agroalimentari locali e oggettistica, con una particolare attenzione alla tradizione tiburtina. Una novità recente è il divieto totale della vendita di animali, introdotto nel 2024 e confermato nel 2025, in conformità alle normative sul benessere animale. Inoltre, negli ultimi anni, la fiera ha coinvolto nuove aree, come Piazza Garibaldi, per adattarsi a lavori di riqualificazione in altre zone storiche, mantenendo però il suo ruolo di punto d’incontro per la comunità e i visitatori. Nonostante i cambiamenti, continua a essere un simbolo della storia e dell’identità di Tivoli, richiamando migliaia di persone ogni anno.
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