I resoconti lasciati dai viaggiatori e dagli scrittori del XIX secolo offrono uno sguardo dettagliato sul "gentil sesso" di Tivoli. Questi testi, fondamentali per comprendere la società Tivoli Ottocento, descrivono l'abbigliamento tradizionale donne Tivoli, il carattere, la forte religiosità e la vita quotidiana, spesso evidenziando il divario tra l'antica magnificenza di Tivoli e le sue usanze popolari contemporanee.
👗 Abbigliamento Ottocentesco: Tra Lusso Storico e Abbandono del Costume Tradizionale
Il look delle donne tiburtine 1800 era un crocevia tra il passato sfarzoso e l'adozione di mode più semplici. Gli autori ottocenteschi, pur riconoscendo il declino, ricordavano il lusso storico: le gentildonne di un tempo vestivano con abiti di velluto e damasco con un "portamento alla Romana", adornate con gioielli preziosi, tra cui collane e cinture d'oro.
Tuttavia, verso la metà del secolo (un periodo chiave per l'evoluzione del costume tradizionale Tivoli), il vestiario delle classi più umili era "notevolmente variato," adottando uno stile "quasi consimile" a quello della Roma contemporanea. Un residuo del costume popolare era il copricapo: un semplice "panno lino" sollevato a punta sulla fronte. Queste donne d'epoca, pur provate dalle fatiche rurali, erano descritte come figure dotate di fascino, con un fare che rammentava la "francese gentilezza," dimostrando come l'aspetto fisico fosse ancora un punto di interesse per gli osservatori esterni.
🙏 Carattere e Ruolo Sociale: Religiosità e Lavoro nella Tivoli del XIX Secolo
Le descrizioni del carattere oscillavano tra il riconoscimento per l'impegno domestico e la critica di una devozione percepita come superficiale. Le donne tiburtine erano definite "estremamente materiali, e religiose nel tempo istesso". Un esempio di questa religiosità intensa ma controversa fu la partecipazione a processioni penitenziali a piedi scalzi durante la paura del colera (1836), un evento che suscitava "raccapriccio" negli osservatori. La loro fede non sempre si traduceva in una condotta costante, dato che gli uomini (e in generale i Tiburtini) spesso si dirigevano immediatamente in taverna dopo le funzioni religiose.
Nonostante le critiche, il ruolo della donna era centrale nell'economia rurale della società Tivoli Ottocento. Oltre alla gestione dei fondi rustici, si impegnavano nell'industria dei bachi da seta e la loro "saviezza" era considerata vitale per l'ordine sociale. L'istruzione non era trascurata, con le fanciulle di tutte le classi che frequentavano il Conservatorio di S. Getulio per essere istruite "nelle lettere, e ne' lavori femminili." La loro forza emergeva in tempi di crisi, come nelle scene materne e protettive durante le piene catastrofiche dell'Aniene.
📌 La Contrada Cornuta: Toponomastica Locale e Storie Popolari
Un elemento di spicco nei resoconti di storia sociale Tivoli 1800 è il riferimento alle "donne cornutane," le abitanti della contrada omonima vicino alla Porta Cornuta. Queste donne furono oggetto di aspre critiche per la loro "maliziosa importunità" nel molestare i viaggiatori. Tuttavia, furono anche immortalate dall'arte (come nelle incisioni di Pinelli) mentre svolgevano pratiche religiose popolari, cantando le laudi presso le edicole.
Il nome della contrada, e la conseguente toponomastica locale, era antico. Sebbene alcuni viaggiatori (come Sebastiani nel 1828) avanzassero congetture suggestive che legavano il nome alla forte religiosità popolare e al culto della Vergine per la cura della tosse, è più probabile che il toponimo derivasse da caratteristiche geografiche (come la dilatazione delle acque dell'Aniene) o dalla posizione di antichi luoghi di culto (come il Tempio di Ercole). Questo dettaglio arricchisce la nostra comprensione delle usanze e delle superstizioni che caratterizzavano la vita quotidiana a Tivoli in quel secolo.
Le immagini sono tratte da Pinelli Bartolomeo, Nuova raccolta di cinquanta costumi pittoreschi, Roma, 1816
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