Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli: La Via Tecta, un Capolavoro dell'Architettura Romana e Industriale


Allegoria del Fuoco Jan Brueghel il vecchio (1568-1625)

Il Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli si erge maestoso su un'area che in origine presentava un ripido declivio verso il fiume Aniene. Per consentire la realizzazione di questo complesso monumentale – uno dei maggiori esempi di architettura romana repubblicana in Italia centrale – gli architetti romani misero in atto un'opera di ingegneria audace. L'enorme platea del santuario fu sostenuta da poderose murature e, in una mossa rivoluzionaria, il principale asse viario del territorio, l'antica Via Tiburtina, fu inglobato all'interno del basamento stesso.

Santuario di Ercole - Ricostruzione

La Via Tecta: L'Ingegneria Romana che Diventa Galleria Coperta


La Via Tecta


Questa straordinaria soluzione architettonica diede vita alla Via Tecta (Strada Coperta), una vera e propria galleria di 150 metri, inclinata del 13%. Un'iscrizione latina ne attesta la costruzione all'inizio del I secolo a.C., opera dei magistrati L. Ottavio Vitulo e C. Rustio Flavo. La strada, fiancheggiata da numerosi ambienti (interpretati come tabernae, uffici o magazzini, i cosiddetti "grottoni"), attraversava le sostruzioni con un andamento obliquo.

Questi "grottoni", frutto di due distinte fasi costruttive tra il II e il I secolo a.C., assolvevano probabilmente una funzione commerciale, proteggendo gli scambi che avvenivano lungo l'asse della Via Tiburtina antica. La loro grandiosità fu immortalata nelle incisioni di artisti rinascimentali come Giovanni Battista Piranesi, rendendo la Via Tecta uno dei luoghi più iconici del complesso.

Da Santuario a Simbolo di Archeologia Industriale


Nonostante i decreti di Teodosio del 391 d.C. abbiano portato alla cessazione delle funzioni religiose legate a Ercole, le attività commerciali e civili nel santuario continuarono. Nel Medioevo, la Via Tecta divenne nota come Porta Oscura, un toponimo che ne sottolineava il carattere suggestivo e misterioso. La cella del tempio fu riconvertita nella chiesa di San Giovanni in Votano, mentre altri spazi ospitarono la chiesa di Santa Maria del Passo.

A partire dal XVII secolo, il complesso del Santuario di Ercole Vincitore conobbe una nuova vita, trasformandosi in un polo produttivo grazie all'abbondanza di risorse idriche (dagli acquedotti romani). Questo diede il via a una lunga storia di archeologia industriale a Tivoli: da armeria pontificia a ferriere, fonderie per cannoni, un impianto idroelettrico e infine una cartiera, in attività fino al 1956. Le rotaie per i vagoncini, ancora visibili tra i sampietrini della Via Tecta, sono la tangibile testimonianza di questa stratificazione storica unica.

Oggi, il Santuario di Ercole Vincitore rappresenta una straordinaria sintesi tra l'ingegneria e l'architettura della Roma repubblicana e la memoria dell'industria moderna, offrendo un percorso di visita affascinante che ripercorre oltre due millenni di storia.

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