Villa Adriana: Il Fascino Segreto dell'Egitto nell'Architettura di Adriano

Immagine da villa-adriana.net

Villa Adriana a Tivoli non smette di stupire gli archeologi, rivelando un legame con la civiltà dei Faraoni molto più intenso di quanto si credesse. Se l'area del Canopo è la testimonianza più celebre del fascino di Adriano per l'Egitto, gli scavi recenti nell'Antinoeion e nella Palestra hanno portato alla luce un vero e proprio tesoro di reperti egizi e egittizzanti, ridefinendo la funzione di questi spazi.


L'Antinoeion: Il Santuario dei Misteri Egizi di Adriano



Scoperto nel 2002 vicino al Vestibolo, l'Antinoeion – un probabile luogo di culto legato all'amatissimo Antinoo, divinizzato dopo la sua morte in Egitto – si è rivelato un polo di grande valore archeologico. I ritrovamenti sono cruciali per comprendere l'integrazione culturale voluta dall'imperatore:

  • Testa Regale con Nemes: In esposizione, spicca una magnifica testa in marmo bigio morato. Il volto giovanile e allungato indossa il sacro copricapo egizio, il nemes, sormontato dall'ureo (cobra reale) sulla fronte, segno di regalità. La presenza di un foro sulla calotta suggerisce l'alloggiamento per un'antica corona metallica.

  • Simbolismo sul Trono: Un blocco di marmo bianco in stile egittizzante, parte di un trono, mostra un bassorilievo raffigurante una scena di offerta. In alto è visibile il sama-taui, l'emblema dell'unione tra l'Alto e il Basso Egitto (papiro e giunco), mentre in basso due chiavi della vita antropomorfe fiancheggiano una sfinge con testa di falco.

  • Frammento di Ramses II: Un ritrovamento eccezionale è la porzione di statuina in granito identificata come raffigurazione del Faraone Ramses II (XIX dinastia, 1301-1235 a.C.), con geroglifici incisi sul pilastro dorsale che riportano titoli del protocollo reale.

La Palestra: Culto di Iside e Horus Sotto il Tetto Romano




Il complesso della Palestra – la cui denominazione storica è ora messa in discussione dalle nuove scoperte – ha restituito reperti che avvalorano l'ipotesi di una destinazione legata al culto isiaco, molto diffuso nell'Impero.

  • La Sfinge Acefala: A ridosso della monumentale scala, è stata recuperata una grande sfinge in marmo bianco. Nonostante sia priva di testa e zampe anteriori, sono ancora visibili i resti del nemes e la caratteristica treccia di capelli sul dorso, a testimoniare la sua origine egizia.



  • Il Dio Falco Horus: Dalla stessa area proviene la statua del dio Horus in forma di falco, con il tipico copricapo che simboleggia la sovranità sull'Alto e Basso Egitto, rafforzando l'idea di un'area dedicata alle divinità egizie.





Questi rinvenimenti, uniti alla lastrina in arenaria con profilo egizio scoperta nel piazzale, confermano che il legame tra Adriano e l'Egitto non era solo architettonico (come nel caso del Canopo), ma profondamente intriso di arte, religione e alta politica, frutto della fusione tra il mondo greco-ellenistico e la millenaria cultura dei Faraoni.



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